IL MIO PRIMO ANNO IN O.A.

Sono arrivata in O.A. con poche aspettative e molte ferite che non mi permettevano più di affrontare la vita con serenità. Ero stanca, arrabbiata e fuori controllo. Non tolleravo più le emozioni che come una tempesta mi stavano facendo naufragare verso il nulla. L’unica soluzione, semplice e a portata di mano, era mangiare fino a soffocare il dolore, l’ansia e soprattutto la paura.
Ogni momento di pausa dal lavoro era colmo di vuoto e di silenzio: mangiavo per non sentire ciò che avevo dentro. Volevo solo trovare un luogo dove poter dire a voce alta che non andava tutto bene e che, nonostante le apparenze, stavo male e stavo affondando. Non credo fosse una richiesta d’aiuto la mia, ormai non ci speravo più, avevo solo bisogno che qualcuno ascoltasse senza giudicare. Una persona obesa non trova molta compassione nel mondo esterno e il più delle volte è sopraffatta dalla vergogna e dal senso di colpa per non essere come gli altri.
Una delle prime cose che ho detto in una riunione è stata: “Vorrei tanto morire libera dalla compulsione e da quel bisogno irrefrenabile di riempirmi la pancia con qualsiasi cosa per non sentire il vuoto e il dolore”. Non conoscevo il Programma, cercavo solo persone come me. Ho trovato accoglienza ed un amore che non pensavo di meritare.
Poi ho fatto una scoperta sconvolgente: la mia era una malattia e non solo un’incapacità dovuta alla mancanza di volontà. Non ero una persona indegna, ero solo una persona malata. Questo mi ha tolto un macigno dal cuore e mi ha permesso di iniziare col percorso di recupero. che passa anche attraverso il perdono di noi stessi.
Ho capito che non dovevo programmare tutta la mia vita, ma dovevo occuparmi di non mangiare compulsivamente solo per 24 ore, affidando a un Potere Superiore i miei difetti di carattere.  Non ci credevo all’inizio in quel P.S. Come avrei potuto? C’era ancora troppa disperazione nella mia vita. Poi è arrivata una persona amorevole, la mia sponsor, che mi ha guidata attraverso i Dodici Passi. Mi sono comportata come se davvero il Potere Superiore si stesse occupando di me e mi sono aggrappata al recupero con le unghie e con i denti.
Qualsiasi cosa sarebbe stata meglio che continuare a cadere nell’abisso della compulsione. così ho lavorato sodo, ho pregato e ho meditato. Sono rimasta in ascolto, aspettando che quel Potere Superiore mi mandasse le risposte di cui avevo bisogno e Lui lo ha fatto, attraverso gli amici e le amiche di O.A. che ogni giorno condividevano la loro esperienza e mi facevano sentire meno sola.
Oggi, dopo un anno, sono uscita dall’isolamento e affidandomi al Potere Superiore posso permettermi il lusso di essere me stessa, perché lascio che sia quel che deve essere, la sua volontà e non la mia. Io faccio azione, ma senza più essere ossessionata dal controllo. È stato faticoso e il percorso che ho intrapreso non è di certo finito. Non ho vinto tutte le mie paure né tantomeno le mie ansie, devo continuare a lavorare sul Programma, accettare il cambiamento e anche ciò che non posso cambiare. Però, oggi, dopo un anno di  O.A , la frase “Voglio morire libera” si è trasformata in “Voglio vivere libera”.
E questo fa la differenza.
Grazie O.A. 

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